PUBBLICAZIONI
i Quaderni di Casa Matteotti
1919-2019. Riforme elettorali e rivolgimenti politici in Italia
a cura di
Maria Lodovica Mutterle e Gianpaolo Romanato
Atti del convegno. Rovigo, 14 dicembre 2019
Il sistema elettorale italiano fu radicalmente modificato dopo la Prima guerra mondiale. Venne abbandonato il maggioritario e introdotto il proporzionale con scrutinio di lista.
Il risultato fu che le elezioni del 1919 sconvolsero la composizione del Parlamento: vinsero i socialisti e i popolari, e furono messi in minoranza i liberali, che dopo l’Unificazione avevano sempre governato il Paese.
Più di metà dei deputati eletti entrò per la prima volta alla Camera e fra questi ci fu Giacomo Matteotti.
La crisi che ne derivò, dato che i due partiti vincitori non trovarono raccordo per governare insieme, unita alle drammatiche difficoltà del dopoguerra, portò progressivamente al collasso delle istituzioni da cui uscì vincitore il fascismo.
Su quel decisivo passaggio della storia italiana, in occasione del centenario della legge che varò la riforma, la Casa Museo Giacomo Matteotti ha organizzato un convegno di studi del quale questo volume raccoglie gli atti, utili a meglio comprendere non solo il passato ma anche il nostro presente, dato che la riforma del sistema elettorale, con l’alternativa fra maggioritario e proporzionale, rimane al centro del dibattito politico attuale.
Il Polesine di Matteotti. Le inchieste giornalistiche di Adolfo Rossi e Jessie White
a cura di
Pier Luigi Bagatin e Luigi Contegiacomo
Giacomo Matteotti è conosciuto per la sua tragica morte, che ne ha fatto un simbolo dell’antifascismo. Meno noti sono la sua vita e l’ambiente della sua formazione. Questo volume si propone di illustrare la provincia di Rovigo, le campagne polesane, attraverso le cronache di due testimoni d’eccezione: Jessie White, moglie del patriota Alberto Mario, e Adolfo Rossi. Entrambi furono molto legati a Lendinara, nel cui cimitero sono sepolti, comune confinante con Fratta, dove nacque e visse Matteotti.
La White, protagonista delle lotte risorgimentali, una volta fatta l’Italia diventò l’implacabile cronista delle sue infinite miserie e dedicò al Polesine, che ne era quasi un tragico concentrato, pagine piene di rabbia e di pietà.
Rossi, di cui ricorre nel 2021 il centenario della morte, fu uno dei più noti giornalisti italiani di fine Ottocento.
Con uno stile modernissimo, scrisse per i maggiori quotidiani accurate corrispondenze dal Polesine, qui integralmente riprodotte, descrivendo in immagini quasi fotografiche una provincia dimenticata e flagellata dalle alluvioni, nella quale Matteotti andava maturando la sua vocazione di riformatore sociale e di paladino della “povera gente”.
Appendice:
Testi di Jessie White Mario sul Polesine
Giacomo Matteotti fra diritto e politica
a cura di
Daniele Negri
Il volume, frutto della collaborazione fra la Casa Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, comprende contributi di autorevoli studiosi che si soffermano sugli studi giuridici e sull’attività parlamentare di Matteotti, gli aspetti meno conosciuti della sua vita, nota finora al pubblico quasi soltanto per il delitto di cui fu vittima, che cambiò la storia italiana e consentì la svolta con la quale il fascismo divenne dittatura. Il libro ripercorre l’ambiente famigliare in cui si formò, soffermandosi sul fratello maggiore Matteo, e fissa l’attenzione sugli austeri studi di diritto compiuti da Matteotti a Bologna, richiamando l’attenzione sull’importanza che essi ebbero nel forgiare le sue convinzioni di socialista riformista. Tali studi sono alla base anche dell’indefessa attività parlamentare che egli svolse e della strenua difesa della centralità del Parlamento di fronte alla violenza fascista. Dal libro, scrupolosamente documentato ma leggibile da chiunque, emergono la solitudine di Matteotti, anche di fronte al variegato mondo socialista del tempo, e la modernità delle sue posizioni.
L’Italia 1919-1922. L’occasione perduta
a cura di
Gianpaolo Romanato
Nell’agosto 1919 fu varata la riforma del sistema elettorale italiano, che aprì le porte al sistema proporzionale con scrutinio di lista, allargando il suffragio all’intero elettorato maschile. La nuova legge fu applicata per la prima volta nelle elezioni del novembre del 1919. La Camera che ne uscì eletta fu completamente rivoluzionata rispetto all’anteguerra: i socialisti e i popolari, le due forze nuove, sommati insieme ottennero la maggioranza, mentre le vecchie formazioni liberali finirono in minoranza. Ben più della metà dei deputati eletti non facevano parte del vecchio Parlamento. Ai vincitori delle elezioni spettava dunque il compito di dare al Paese la maggioranza riformatrice capace di governare e di imprimere la necessaria svolta democratica. E invece fu proprio questo il momento in cui le forze politiche italiane mostrarono la loro inadeguatezza. Il presente volume si sofferma su questa fase drammatica della storia italiana – l’occasione perduta cui si riferisce il titolo – ricercando le ragioni di una sconfitta della democrazia che ha condizionato tutta la nostra storia novecentesca, anche oltre il ventennio fascista.
Il Giaki e il Chini. Cronache della vita di Giacomo Matteotti e Velia Titta
a cura di
Fernando Venturini
La grande storia d’amore tra Giacomo Matteotti e Velia Titta si rivela attraverso le centinaia di lettere che i due amanti, poi marito e moglie, si sono scambiati dal 1912 al 1924. Il centenario della morte è l’occasione per ricostruire un rapporto affettivo che fu di straordinaria importanza per Matteotti, nonostante Velia non avesse le sue passioni politiche e sia vissuta sempre lontana dagli ambienti del socialismo militante. Ne nasce una “cronaca” che, attraverso l’epistolario e altre fonti, illumina non solo la vita tormentata di una famiglia borghese ma anche aspetti dell’animo di Giacomo Matteotti, a cui – come scrisse Gobetti – non sono estranee le ragioni del suo pensiero e della sua azione politica. Gli spiragli che, nel dialogo intimo con Velia, Giacomo apre sulla vita parlamentare, i giudizi su uomini e avvenimenti, gli stessi silenzi, ci restituiscono una personalità più sfumata e tormentata. Fu così anche quando arrivò il fascismo. Giaki ne divenne un bersaglio e la vita di questa coppia felice precipitò in una lotta senza sosta che il libro segue da un’angolazione particolare. Velia ne sarebbe uscita vedova, con tre figli, assediata dal regime, destinata a sfiorire dopo la morte dell’amato, ormai divenuto il proprio idolo.
Il Polesine nel primo dopoguerra. Le lotte contadine del biennio rosso e l’avvento del fascismo
Gino Bedeschi
I quattro allegati che seguono documentano minuziosamente gli atti di violenza avvenuti nel Polesine tra la fine del 1918 e il 1922. Le fonti, sempre debitamente indicate, sono: Archivio Centrale dello Stato, Archivio di Stato di Rovigo, stampa polesana coeva (liberale, socialista, cattolica, fascista), pubblicistica coeva, storiografia successiva. Autore di questa ricerca attenta e del tutto inedita è lo studioso Gino Bedeschi.
Per contestualizzare e illustrare i fatti qui elencati si faccia riferimento al seguente volume: Gino Bedeschi, Il Polesine nel primo dopoguerra. Le lotte contadine del biennio rosso e l’avvento del fascismo, Apogeo Editore, Adria (Rovigo), 2024, pp. 482, ISBN 979-12-81386-17-4. (https: //www.remweb.it/scheda-libro/gino-bedeschi/il-polesine-del-primo-dopoguerra-9791281386174-201.html).
A = Manifestazioni di disoccupati, Scioperi-agitazioni-occupazioni delle terre, stabilimenti, uffici nel Polesine dalla fine del 1918 alla fine del 1922;
B = Violenze socialiste, anarchiche, comuniste nel Polesine dalla fine del 1918 alla fine del 1922;
C = Violenze antisocialiste prima del sorgere del fascismo nel Polesine dalla fine del 1918 al 1920;
D = Violenze fasciste nel Polesine dalla fine del 1918 alla fine del 1922.